"Quando si lavora per piacere agli altri si può non raggiungere lo scopo ma le cose che si compiono per far piacere a noi stessi hanno sempre la probabilità di interessare qualcuno."
Marcel Proust




CASA AZUL
mostra di cianotipie

di Giulia Iacolutti

giovedì 8 giugno ore 19:00
mostra in libreria fino al 18 giugno


      

In Messico, tra il 2007 e il 2015, 283 donne transessuali sono state uccise: i crimini di trans-fobia aumentano ogni anno e sono sempre più brutali.
CASA AZUL è una ricerca socio-visuale, sostenuta dal Laboratorio Multimediale per la Ricerca Sociale dellʼUniversità Nazionale Autonoma del Messico, e condotta nel 2016 con la sociologa Chloé Constant, sulla vita di cinque donne transessuali - Alejandra, America, Frida, Gabi e Martina - di cui tre sieropositive, imprigionate nella penitenziaria maschile di Città del Messico.
Lʼanima del progetto consiste nel raccontare, attraverso un parallelismo con le scienze biologiche, il processo di costruzione dʼidentità allʼinterno di una società discriminante e le pratiche corporali di persone doppiamente abbiette per la loro identità e per lo stato di prigionia.
Essendo le detenute e i detenuti obbligati a vestirsi d'azzurro, il soprannome del carcere è diventato la "e;Casa Azzurra"e;: le fotografie sono state così stampate in copia unica, in cianotipia, antico metodo di stampa fotografica caratterizzato dal colore blu di Prussia.
CASA AZUL evidenzia lʼeterna lotta che queste persone devono affrontare per essere ciò che sono: donne.

Giulia Iacolutti è fotografa freelance. Tra Messico e Italia, il suo lavoro esplora  temi politici e socioculturali che si riferiscono in particolare al problema della costruzione dell'identità . Ha esposto in Messico, Colombia, Stati Uniti, Spagna e Italia. Ha ricevuto il premio "Miglior Fotografia" della 54^ Biennale di Venezia e la nomina per due anni consecutivi (2016-2017) per il "Joop Swart Masterclass" del World Press Photo (Amsterdam). Nel 2015 ha insegnato all'interno del corso "Nuove Narrative della Violenza", convocato dal Programma di Difesa dei Diritti Umani e dal Dipartimento di Comunicazione dell'Università Iberoamericana.